Controllo di gestione vs. analisi di bilancio

Pensate di fare controllo di gestione solo perché si sono studiati a fondo i dati di bilancio e fatto l’analisi dei costi e/o la contabilità analitica?

Non funziona proprio così. Entrambe sono delle metodologie utilizzate per valutare la situazione finanziaria e le performance di un’azienda nel passato, ma guai a credere che il controllo di gestione e l’analisi di bilancio e/o l’analisi dei costi siano la stessa cosa.  

ANALISI DI BILANCIO

Prima fra tutte è il fatto che nell’analisi di bilancio si studiano e analizzano dati relativi a fatti già accaduti, ovvero è un’analisi “a posteriori”.

Nel bilancio si valutano i risultati di azioni già programmate e svolte per analizzare la  salute finanziaria dell’azienda e valutare la capacità di generare profitti.

Per fare analisi di bilancio si tengono in considerazione diversi elementi come:

gli indici finanziari necessari per misurare la liquidità, la solvibilità, la redditività e l’efficienza operativa dell’azienda. 
l’andamento finanziario nel tempo per esaminare i bilanci degli anni precedenti e per identificare le tendenze e i cambiamenti nel tempo, evidenziando eventuali miglioramenti o peggioramenti della situazione finanziaria.
l’analisi delle componenti del bilancio per analizzare le diverse voci del bilancio, l’attivo, il passivo e il conto economico, e per valutare la composizione e la struttura finanziaria dell’azienda.

E’ chiaro quindi che nell’analisi di bilancio si studiano dei risultati immodificabili derivanti da specifiche azioni già accadute nel passato.  

CONTROLLO DI GESTIONE

Nel controllo di gestione invece si vanno ad analizzare anche le azioni che determinano i risultati, non i numeri che ne derivano, come i KPI qualitativi.

Il controllo di gestione è basato anche e soprattutto su KPI qualitativi con lo scopo di raggiungere gli obiettivi prefissati mettendo in atto azioni correttive “in corso d’opera” per migliorare l’efficienza e la redditività dell’impresa già prima di vederne i risultati nel bilancio. 

Nel controllo di gestione quindi, oltre al bilancio e ai costi, dovrebbero essere aggiunte le seguenti analisi:

la pianificazione e il budgeting per definire obiettivi finanziari e operativi a breve e lungo termine e tradurli in piani dettagliati.
il monitoraggio delle prestazioni come ad esempio la misurazione delle vendite, dei costi, dei profitti, delle performance operative e di altri indicatori chiave di prestazione per valutare il rendimento dell’azienda rispetto agli obiettivi stabiliti.
il controllo e reportistica con sistemi di controllo che consentano di confrontare i risultati effettivi con i piani stabiliti evidenziando eventuali scostamenti.
l’analisi e l’interpretazione dei dati per poter identificare le cause dei risultati positivi o negativi e soprattutto per individuare opportunità di miglioramento.
l’analisi delle performance che andranno valutate rispetto agli obiettivi e alle aspettative di mercato.
l’analisi benchmark con il settore e con i competitors in modo da confrontare l’azienda con altre aziende del settore, in modo da la posizione competitiva della azienda ed identificare eventuali punti di forza o di debolezza.
l’analisi di scenario per avere uno strumento di pianificazione strategica e di gestione del rischio, da poter utilizzare per esaminare e valutare possibili futuri scenari o situazioni ipotetiche che potrebbero verificarsi.
l’analisi SWOT per un’analisi degli aspetti interni (punti di forza e punti deboli) e degli aspetti esterni (opportunità e minacce) di un’organizzazione.
la mappa strategica, ovvero lo strumento visuale utilizzato per rappresentare in modo sintetico la strategia di un’organizzazione o di un’azienda.
i KPI qualitativi quali tra tutti la soddisfazione della clientela, il clima aziendale tra gli operatori, la mancanza di conformità materiali acquistati, il margine di contribuzione per addetto.

In definitiva il controllo di gestione permette di avere informazioni chiare e tempestive che aiutano gli imprenditori a prendere decisioni consapevoli, ad adottare azioni correttive e ottimizzare l’utilizzo delle risorse dell’azienda per il raggiungimento degli obiettivi prefissati in corso d’opera, a patto che non sia incentrato sul bilancio e sull’analisi dei costi.

Il mercato di oggi non consente più di non avere  il controllo di gestione, anche qualitativo, nella propria impresa.

Gestire un’impresa senza avere il costante controllo dei numeri e delle azioni che li determinano è da molto rischioso; con il nuovo CODICE della CRISI e con la nuova normativa sugli ADEGUATI ASSETTI, tali rischi sono anche formali e legali.

Ricordarsi dei dati solo in fase di redazione del bilancio civilistico è come guidare un’auto guardando lo specchietto retrovisore, ovvero vedere cose già accadute. 

Questa modalità di lavoro non è riservata alle grandi holding, ma deve essere attuata da tutti gli imprenditori in relazione alla propria azienda e dimensione: dall’artigiano, all’impresa familiare, al commerciante. 

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